Club Dogo: I Leggendari Cani da Guardia dell’Hip Hop Italiano
Le Radici Underground: Dalle Sacre Scuole alla Nascita dei Club Dogo
In un’epoca in cui l’Hip Hop italiano sembrava aver perso la sua forza dirompente, tre giovani milanesi stavano per cambiare per sempre il volto del rap nostrano. Il gruppo nasce dall’amicizia tra Guè e Dargen D’Amico, compagni di scuola e scrittura, a cui poi si unisce il writer ed MC Jake La Furia. Era il 1999 quando, sotto il nome di Sacre Scuole, questi talenti pubblicavano “3 MC’s al cubo”, senza sapere che stavano gettando le basi per quello che sarebbe diventato il progetto più influente del rap italiano.
Il gruppo si scioglie nel 2001, a causa di contrasti tra Dargen D’Amico e Jake La Furia. Ma dalla fine nasce l’inizio: Jake La Furia e Guè decidono di continuare il percorso insieme a Don Joe, dando vita ai Club Dogo nel 2002. Il nome non è casuale: deriva dal Dogo argentino, razza canina particolarmente adatta alla caccia, metafora perfetta per quello che sarebbe diventato il loro approccio al rap.
“Mi Fist”: L’Album che Cambiò Tutto
Il 23 aprile 2003 viene pubblicato Mi Fist, il primo album in studio del gruppo. In un panorama musicale dove l’Underground era diventato under-underground con numeri purtroppo molto piccoli, i Club Dogo portano una ventata di novità assoluta. Il titolo è un omaggio al film “Tokyo Fist” di Shin’ya Tsukamoto, ma invece che a Tokyo siamo a Milano, città che per forza di cose sarà una costante in tutta la loro discografia.
Un Suono Nuovo per l’Hip Hop Italiano
Don Joe, assoluto idealista del suono, svolge un lavoro integrale che si spinge oltre alla sola produzione del beat. Per la prima volta Mi fist porta in Italia un suono completamente nuovo, caratterizzato da campionamenti innovativi, batterie potenti e breakbeat che nessuno aveva mai sentito nel panorama Hip Hop nostrano. Le influenze arrivano dal gangsta rap americano, ma filtrate attraverso la lente di una Milano underground che nessuno aveva mai raccontato così.
Il disco è un concentrato di energia pura che spazia dalla denuncia sociale di “Cronache di resistenza” che apre l’album, fino a tracce leggendarie come “Vida Loca” che si dice sia stato scritto da Jake La Furia in soli 15 minuti durante l’incarcerazione di un amico del gruppo. Il trio dimostra una maturità stilistica impressionante, con Jake La Furia che appare in un eccellente stato di forma sfornando versi dalla carica eversiva non indifferente, mentre Guè ha raggiunto una maturazione evidente rispetto ai tempi delle Sacre Scuole.
L’Impatto Culturale
Nel panorama dell’Hip Hop italiano, si dice che c’è un prima e un dopo “Mi fist”. Le tematiche pulp introdotte nei brani del disco d’esordio hanno fatto da base per la nascita della trap come la si conosce oggi, causando una spaccatura profonda all’interno del genere. Mi Fist non è solo un album, è una dichiarazione di guerra al rap italiano tradizionale, troppo legato alle dinamiche delle posse degli anni ’90. Il disco entra direttamente nell’olimpo dell’Hip Hop italiano e diventa il nuovo punto di riferimento per chiunque si voglia cimentare con questa disciplina.
L’Ascesa: Da Underground a Fenomeno Mainstream
Dopo il successo travolgente di Mi Fist, premiato come “Miglior Album” all’edizione del 2004 dell’MC Giaime, i Club Dogo continuano la loro inarrestabile scalata con una discografia che li porterà dai club underground ai palchi dei grandi festival nazionali.
La Trilogia del Successo
Il percorso prosegue nel marzo 2006 con Penna Capitale, il secondo album che consolida definitivamente il loro stile. La produzione è sempre affidata a Don Joe, coadiuvato da collaborazioni prestigiose come quelle dell’italo argentino Shablo, DJ Shocca, Deda dei Sangue Misto e il giovane Marracash che inizia così la sua lunga amicizia artistica con il trio.
Nel maggio 2007 arriva Vile Denaro, anticipato dal singolo “Mi hanno detto che…”. Questo disco rappresenta un salto di qualità tecnico incredibile: è stato inciso in studi di registrazione qualitativamente superiori rispetto al passato ed è stato masterizzato allo Sterling Sound Studio di New York, rendendoli i primi rapper italiani a compiere questo passo. Il disco dà al gruppo una visibilità completamente nuova, ottenendo spazio non solo su riviste Hip Hop come Groove Magazine, ma anche su testate generaliste come Rolling Stone, Rumore e Corriere della Sera.
Il percorso culmina nel giugno 2009 con Dogocrazia, pubblicato per Universal Records, l’album che li porta definitivamente nel mainstream. Nonostante non riceva una rotazione massiccia in radio e televisione, il disco debutta al settimo posto della classifica degli album più venduti in Italia e ci rimane per oltre tre mesi. L’album conta quindici brani e diverse collaborazioni sia con artisti italiani che rapper d’oltreoceano come Kool G Rap.
Il momentum continua l’anno seguente con Che Bello Essere Noi, pubblicato il 5 ottobre 2010, che rappresenta un’ulteriore evoluzione sia compositiva che musicale. Il disco debutta alla seconda posizione della classifica italiana degli album, confermando la crescita esponenziale del gruppo. Anticipato dai singoli “Per la gente” e “Spacco tutto”, l’album contiene quindici tracce che il gruppo stesso descrive come “molto più nel personale, riportando molto di più le nostre esperienze di vita”. Don Joe sperimenta inserendo tocchi di elettronica e sperimentando molto sulle basi, mentre “Per la gente” diventa un vero e proprio brano manifesto del gruppo che rivendica il percorso compiuto nonostante le accuse di commercializzazione.
Nel giugno 2012 arriva il sesto album in studio Noi Siamo il Club, anticipato da tre singoli che diventano subito dei successi: “Cattivi esempi”, “Chissenefrega” e il brano omonimo “Noi Siamo Il Club”. L’album ottiene la prima posizione in classifica e la certificazione di platino in Italia, contenendo la hit “P.E.S.” cantata insieme a Giuliano Palma che vale al gruppo la certificazione di doppio disco di platino.
Lo Stile Musicale: Una Formula Vincente
Il sound inconfondibile dei Club Dogo si basa su una formula che diventerà il loro marchio di fabbrica. I beat potenti e cinematografici firmati Don Joe si sposano perfettamente con le liriche dirette e senza filtri che raccontano la strada e la vita nelle periferie milanesi. I flow complementari tra Jake La Furia e Guè creano un equilibrio perfetto, con il primo più potente e esplosivo e il secondo più profondo e riflessivo.
Il trio introduce inoltre elementi di contaminazione che li distinguono dalla concorrenza, spaziando tra influenze dancehall, reggae e dance music di inizio anni novanta. I riferimenti continui a Milano non sono mai nostalgici ma sempre attuali, fotografando una città in continua evoluzione attraverso gli occhi di chi la vive davvero.
Collaborazioni e Impatto sulla Scena
I Club Dogo non sono solo un gruppo, ma il centro gravitazionale di un universo artistico più ampio. La Dogo Gang diventa un collettivo che include artisti come Marracash, Noyz Narcos, Vincenzo da Via Anfossi e molti altri, creando un movimento che influenzerà profondamente la scena Hip Hop italiana.
Momenti Iconici e Collaborazioni Memorabili
Tra i momenti più significativi della loro carriera spicca “P.E.S.” cantata insieme a Giuliano Palma, che ottiene la certificazione di doppio disco di platino dimostrando la capacità del gruppo di attraversare i generi musicali. Altrettanto memorabile è “Fragili” con Arisa, secondo singolo di “Non siamo più quelli di Mi fist” che raggiunge il disco di platino e rappresenta un incontro artistico improbabile sulla carta ma efficacissimo nei fatti.
“Brucia ancora” realizzata con J-Ax diventa un altro momento iconico, così come la partecipazione nel 2009 a uno spot pubblicitario per Nike insieme al calciatore Mario Balotelli, dimostrando come la loro influenza si estenda ben oltre i confini della musica. Nel 2010 partecipano ai Wind Music Awards cantando insieme a Biagio Antonacci il singolo “Ubbidirò” e prendono parte all’Heineken Jammin’ Festival insieme a Black Eyed Peas, Cypress Hill, N.E.R.D e Massive Attack.
I Progetti Solisti e la Pausa
A fine aprile 2011, i membri del gruppo iniziano a cimentarsi in progetti paralleli. Jake La Furia collabora con Ensi e 2nd Roof Music per il singolo “100K”, mentre Guè pubblica il suo primo album da solista “Il ragazzo d’oro” con collaborazioni di artisti Hip Hop italiani come Caprice, Caneda, Duellz, Vincenzo da Via Anfossi, Vacca, Baby K ed Emis Killa.
Contemporaneamente Don Joe e Shablo pubblicano “Thori & Rocce”, disco che vede la partecipazione di un gruppo di artisti rappresentanti tutta la scena italiana. Il primo singolo “Le leggende non muoiono mai” coinvolge Noyz Narcos, i Club Dogo, J-Ax, Marracash e Fabri Fibra, diventando un vero e proprio inno generazionale.
L’Ultimo Album Prima della Pausa
Il percorso comune si conclude temporaneamente il 9 settembre 2014 con “Non siamo più quelli di Mi fist“, album che rappresenta sia una risposta alle critiche ricevute negli anni che un’ammissione consapevole di cambiamento. Il titolo provocatorio diventa un modo di dire nell’ambiente Hip Hop per accusare artisti che si sono evoluti artisticamente, trasformando una critica in un manifesto di libertà creativa.
Il disco contiene collaborazioni sorprendenti come quella con Arisa in “Fragili” e con Cris Cab in “Start It Over”, dimostrando la volontà del trio di non rimanere fossilizzato su un sound del passato. Il primo singolo “Weekend” contiene un campione di “Un Cuore con Le Ali” di Eros Ramazzotti, confermando ancora una volta la loro capacità di attraversare generi e generazioni.
Il Ritorno Trionfale del 2024
Dopo dieci anni di silenzio come gruppo, il 20 ottobre 2023 il trio fa esplodere i social media con un video-annuncio spettacolare. Claudio Santamaria e il sindaco di Milano Beppe Sala, sul tetto di un palazzo di notte, accendono un “bat-segnale” a forma di cane a tre teste in una Milano trasformata in Gotham City, richiamando i Club Dogo “in servizio”.
L’annuncio scatena un’ondata di entusiasmo incredibile: in pochi giorni vengono messe in vendita tre date al Forum di Assago che vanno sold out istantaneamente, costringendo l’organizzazione ad aggiungere appuntamenti fino ad arrivare a dieci serate consecutive per un totale di circa 110mila spettatori.
“Club Dogo” (2024): Il Disco della Maturità
Il 12 gennaio 2024 esce l’ottavo album in studio del gruppo, semplicemente intitolato “Club Dogo”. Undici tracce che dimostrano come, nonostante i dieci anni di pausa, il trio abbia mantenuto intatta la propria identità pur evolvendosi artisticamente. L’opener “C’era una volta in Italia” è un’ideale presentazione di questo ritorno, da una parte inno alla propria fanbase e dall’altro autocelebrazione di chi è diventato un’icona.
Le tracklist include momenti diversi che rappresentano l’intera carriera del gruppo: da brani più tradizionali come “In Sbatti” e l’ossessiva “Tu non sei lei” a contaminazioni moderne come “Mafia del boom bap” e “King Of The Jungle”. Particolarmente emozionante risulta “Nato per questo” che vede la partecipazione del sodale Marracash, mentre “Milly” con Sfera Ebbasta e “Soli a Milano” con Elodie rappresentano il momento di aggiornamento alla contemporaneità.
Il Successo del Ritorno
In poche settimane l’album raggiunge il doppio disco di platino piazzandosi in vetta alle classifiche Fimi. I concerti al Forum di Assago registrano il tutto esaurito istantaneo, culminando con il concerto evento del 28 giugno 2024 allo Stadio Giuseppe Meazza che segna il definitivo ritorno nell’olimpo della musica italiana.
Il trio dimostra che la loro idea di rap di strada è tornata di moda attraverso i vari Rondodasosa, Simba La Rue, Shiva, confermando di essere stati visionari già vent’anni fa.
Curiosità e Aneddoti
La storia dei Club Dogo è ricca di aneddoti che testimoniano il loro percorso unico nel panorama musicale italiano. Il nome dell’album d’esordio “Mi Fist” non solo è un omaggio al film “Tokyo Fist” di Shin’ya Tsukamoto, come confermato dalla copertina che contiene una scena tratta dal film, ma anche un gioco di parole dove “MI” indica la sigla di Milano.
“Vida Loca”, una delle tracce più amate di “Mi Fist”, è stata scritta in soli 15 minuti durante un momento particolarmente difficile, mentre “P.E.S.” nasce dall’incontro casuale con Giuliano Palma e diventa uno dei loro maggiori successi commerciali. I Club Dogo sono stati inoltre i primi rapper italiani a masterizzare un album negli USA, precisamente allo Sterling Sound Studio di New York per “Vile Denaro”.
L’apparizione nell’edizione italiana del mensile Playboy di ottobre 2009 testimonia il loro status di icone pop, mentre la pubblicazione del libro “La legge del cane” scritto da Guè e Jake La Furia nel 2010 dimostra la loro volontà di raccontarsi anche attraverso altri media.
L’Eredità e l’Influenza
Assieme a colleghi come Fabri Fibra e Marracash, i Club Dogo sono tra quelli che più hanno contribuito alla popolarità del rap in Italia, costruendo un mercato che ancora oggi rappresenta la fetta più ricca per l’industria discografica nazionale. La loro influenza si manifesta chiaramente in artisti come Rondodasosa, Simba La Rue e Shiva, che hanno fatto proprio quel racconto di strada e quella rappresentazione della Milano underground inaugurati dal trio vent’anni fa.
Il loro impatto va oltre la musica: hanno letteralmente cambiato il modo di concepire il rap italiano, introducendo tematiche, sonorità e atteggiamenti che prima erano impensabili. Dal product placement più riuscito nella storia della musica italiana con “Play Station 2” al racconto senza filtri della vita di strada, i Club Dogo hanno aperto strade che molti altri hanno poi percorso.
Il Futuro: Verso Nuove Avventure?
Jake La Furia, ospite di un podcast nel 2024, ha raccontato che “qualcuno di noi, non dico chi, avrebbe voglia di riprovarci”, lasciando intendere che il ritorno del 2024 potrebbe non essere un episodio isolato. Dopo il successo straordinario del nuovo album e il concerto evento allo Stadio San Siro, i fan sperano in nuovi progetti comuni che possano consolidare questo secondo capitolo della loro carriera.
Il trio ha dimostrato che, nonostante i cambiamenti radicali del mercato musicale e l’evoluzione personale di ciascun membro attraverso i rispettivi percorsi solisti, l’alchimia che li ha resi leggendari è ancora perfettamente intatta. I Club Dogo rimangono, a più di vent’anni dal loro esplosivo esordio, i cani da caccia più temibili e rispettati dell’Hip Hop italiano, capaci di dettare ancora le regole del gioco in un panorama musicale in continua evoluzione.





