Kaos One: La Voce Graffiante del Rap Autentico
La Cultura Hip Hop Italiana, quella vera.
Quando si parla Underground nell’ Hip Hop italiano, è impossibile non citare Kaos One, pseudonimo di Marco Fiorito, nato a Caserta l’11 giugno 1971. Non stiamo parlando solo di un rapper, ma di una figura che ha letteralmente contribuito a costruire le fondamenta del movimento Hip Hop in Italia, toccando tutte e quattro le discipline della cultura: Breaking, writing, DJing e MCing.
La sua storia inizia a metà degli anni ’80, quando il movimento Hip Hop americano stava appena iniziando a varcare i confini degli Stati Uniti. Kaos intuisce immediatamente la potenza espressiva di questa cultura e diventa uno dei primi in Italia a sperimentare con il Breaking e il writing, prima di scoprire la sua vera vocazione: il Rap.
Le Origini: Dai Fresh Press Crew ai Radical Stuff
Il percorso artistico di Kaos One inizia nel 1985 come B-boy e writer, ma è tra il 1986 e il 1987 che la sua carriera prende una svolta decisiva. L’incontro con DJ Gruff e l’MC statunitense Top Cat porta alla nascita dei Fresh Press Crew, crew che successivamente si evolverà nei leggendari Radical Stuff con l’ingresso di Dre Love.
I Radical Stuff rappresentano un capitolo fondamentale della storia del rap italiano. Il loro primo singolo “Let’s Get Dizzy” del 1989 segna l’esordio discografico di Kaos, ancora in lingua inglese. Nel 1994 arriva “Hardaswallow”, album che consolida la reputazione del gruppo nella scena underground nazionale.
Ma è nel 1993 che avviene la svolta linguistica: il brano “Don Kaos” nell’album “Rapadopa” di DJ Gruff segna il primo pezzo di Kaos in italiano, aprendo la strada a quella che diventerà la sua cifra stilistica distintiva.
L’Esplosione Solista: Da “Fastidio” a “L’Attesa”
Il 1996 rappresenta l’anno della consacrazione definitiva. Con “Fastidio”, prodotto interamente da Neffa (all’epoca accreditato come Piscopo), Kaos One pubblica il suo primo album completamente in italiano. Il disco è un concentrato di rabbia, tecnica e innovazione che stabilisce nuovi standard per il rap nazionale.
Le collaborazioni con Neffa si rivelano fondamentali: oltre a produrre “Fastidio”, l’artista pugliese coinvolge Kaos nel suo progetto “Neffa & i Messaggeri della Dopa”, creando un sodalizio artistico che influenzerà profondamente la scena.
Il 1999 è un anno particolarmente prolifico. Kaos pubblica due progetti che consolidano il suo status di leggenda: “Merda & Melma” realizzato dal duo Zona Blu (composto da Kaos One e Gopher D) con la partecipazione di Sean come featuring, e soprattutto “L’Attesa”, considerato da molti il suo capolavoro. Quest’ultimo album presenta collaborazioni con i Freaktons e produzioni di Deda, oltre che dello stesso Neffa.
Il Maestro Dietro le Quinte
Quello che distingue Kaos One da molti suoi contemporanei è la sua capacità di operare a 360 gradi nell’Hip Hop. Non solo rapper, ma anche produttore: già dal 1996 inizia a creare basi per i suoi brani e per altri artisti, anticipando di anni una tendenza che sarebbe diventata comune nel rap italiano.
Le sue produzioni per Joe Cassano (“Flow to Flow” e “Dio Lodato”) mostrano una sensibilità musicale raffinata, capace di creare atmosfere uniche che esaltano le qualità degli MC ospiti.
Le Collaborazioni Storiche e l’Influenza sulla Scena
Il network di collaborazioni di Kaos One legge come un who’s who del rap italiano delle origini. Dal sodalizio con i Colle Der Fomento (presente fin da “Odio Pieno” del 1996) alle partnership con artisti come Danno, Moddi MC, e Turi, Kaos ha sempre scelto le sue collaborazioni con criterio, privilegiando la qualità artistica rispetto alle logiche commerciali.
Particolarmente significativo è il progetto “Gli Originali” del 2006, curato da Speaker Dee Mo, che vede Franco Micalizzi e alcuni tra i migliori artisti Hip Hop italiani unire le colonne sonore classiche con la cultura urbana. Il concerto al Rolling Stone di Milano, documentato e distribuito con Groove Magazine, rappresenta un momento storico per il movimento.
L’Evoluzione Artistica: Karma, Post Scripta e Coup de Grâce
Dopo “L’Attesa”, Kaos One dimostra una maturità artistica crescente. “Karma” del 2007, prodotto insieme a DJ Trix, Don Joe, Shablo, Mace e DJ Argento, presenta collaborazioni con i Club Dogo e conferma la sua capacità di rimanere rilevante senza tradire la propria identità.
“Post Scripta” del 2011 arriva come una lettera aperta ai fan, un testamento artistico che molti interpretano come l’addio alle scene. Il disco vince l’Hip Hop Hano Award 2011 con oltre 13.000 voti, dimostrando quanto il pubblico underground apprezzi ancora la sua proposta.
La sorpresa arriva nel 2015 con “Coup de Grâce”, pubblicato senza preavvisi o campagne promozionali. Questa strategia, poi adottata da molti altri rapper italiani, dimostra ancora una volta come Kaos sia sempre un passo avanti rispetto ai tempi.
Il Ritorno con “Chiodi”: La Leggenda Non Si Ferma
Dopo sette anni di silenzio, nel giugno 2022 Kaos One torna con “Chiodi”, il suo sesto album ufficiale. Anticipato dal singolo “Titanic”, il disco rappresenta un grido d’aiuto in un mondo che l’artista percepisce come “un mattatoio”.
“Chiodi” è interamente prodotto da DJ Craim (eccetto “Quarta Parete” di Sunday e “Ultima Necat” di Kique Velasquez) e vede la partecipazione dei Colle Der Fomento e dei DSA Commando. L’album conferma che, a oltre cinquant’anni, Kaos mantiene intatta la sua rabbia artistica e la sua capacità di leggere i tempi.
Le Ultime Collaborazioni: Il Ponte Tra Generazioni
Nel 2023, Kaos One partecipa al progetto “Sacrosanto” di DJ Shocca, collaborando con Emis Killa nel brano “90”. Questa collaborazione rappresenta un ponte simbolico tra la old school e le nuove generazioni del rap italiano, dimostrando come l’influenza di Kaos attraversi le epoche.
Il brano “90” gioca sul confronto generazionale con la frase iconica “quando avevamo i denti non c’è stato mai il pane/allora dei perdenti, ora leggende urbane”, sintetizzando perfettamente il percorso di Kaos e dei pionieri della sua generazione.
L’Importanza nel Mondo Underground
Kaos One non è solo un artista: è un’istituzione. La sua importanza nel panorama underground internazionale va oltre i confini nazionali. Ha dimostrato che si può rimanere fedeli ai propri principi artistici senza scendere a compromessi, influenzando intere generazioni di rapper.
Molti degli artisti hardcore oggi attivi, da Noyz Narcos a Salmo, portano nelle loro produzioni l’eredità stilistica di Kaos. La sua tecnica di scrittura, caratterizzata da rime elaborate e flow aggressivi, è diventata una scuola di pensiero nel rap italiano.
Il Futuro di una Leggenda Vivente
A oltre trent’anni dall’inizio della sua carriera, Kaos One continua a essere un punto di riferimento imprescindibile. La sua capacità di reinventarsi mantenendo la propria identità artistica lo rende unico nel panorama nazionale.
Con “Chiodi” ha dimostrato che l’età non è un limite quando si ha qualcosa di autentico da dire. Il suo approccio alla musica, sempre fuori dalle logiche di mercato, continua a rappresentare un faro per tutti gli artisti che credono nell’Hip Hop come forma d’arte pura.
Kaos One non è solo il padrino del rap italiano: è la dimostrazione vivente che la cultura Hip Hop, quando è autentica, non conosce confini temporali. La sua storia continua a scriversi, capitolo dopo capitolo, verso nuovi orizzonti creativi.





