Phase 2: Bolle di ribellione dal Bronx
La Cultura Underground e l’Hip Hop mondiale non sarebbero gli stessi senza l’influenza rivoluzionaria di un artista visionario del Bronx: Phase 2. Innovatore dello stylewriting, pioniere della danza urbana, designer di flyer leggendari e molto altro – Phase 2 ha lasciato un’impronta indelebile che continua a ispirare generazioni di artisti in tutto il mondo.
La Nascita di uno Stile Iconico
Michael Lawrence Marrow, meglio conosciuto come Phase 2 (o Phase II), è nato il 2 agosto 1955 nel Bronx, New York. Iniziò a dipingere sui treni della metropolitana alla fine del 1971, in un periodo in cui il Writing stava evolvendo da semplici tag territoriali a vere e proprie espressioni artistiche.
Nel 1972, Phase 2 diede vita a una delle innovazioni più significative della storia dell’arte urbana: lo stile “Bubble” o “Softie“, caratterizzato da lettere paffute e arrotondate che ricordavano bolle o marshmallow. Questo stile, che lui stesso avrebbe poi sviluppato in numerose varianti come “phasemagorical phantastic” (lettere decorate con stelle), “bubble cloud” e “bubble drip“, ha trasformato radicalmente l’approccio alla scrittura sui muri.
Phase 2 non si limitò a creare uno stile, ma lo fece evolvere costantemente – a lui si attribuisce anche l’introduzione delle frecce nella scrittura graffiti, elemento diventato universale nel movimento mondiale. La sua capacità di innovare era straordinaria: la sua tag non si ripeteva mai uguale, ogni opera era un’evoluzione della precedente.
Un Visionario Multidisciplinare
La sua influenza si estendeva ben oltre i confini dell’arte aerosol:
- Danza: Contribuì allo sviluppo del B-boying e aiutò a formare la crew di breaking “The New York City Breakers”
- Musica: Fu attivo come DJ e rapper, rilasciando singoli nel 1982 come “The Roxy”, in collaborazione con il gruppo Material del bassista Bill Laswell e il DJ Grand Mixer DXT
- Design: Creò flyer promozionali iconici per eventi Hip Hop, utilizzando per primo il termine “Hip Hop” su un volantino
- Moda: Influenzò l’estetica e lo stile dell’abbigliamento urbano
Un Artista con un Messaggio
Per Phase 2, l’arte urbana non era solo espressione estetica, ma una necessità comunicativa. Come ha dichiarato in un’intervista: “Nel periodo iniziale, la maggior parte dei writer – che erano principalmente latini e africani – vivevano in un mondo completamente diverso, un mondo dove anche se dicevi la verità, a nessuno importava”.
La sua arte divenne quindi un potente strumento di comunicazione per chi non aveva voce, un modo per affermare la propria esistenza in una società che spesso ignorava le comunità marginalizzate. Phase 2 notò in seguito che il tagging offriva ai giovani svantaggiati delle aree urbane “l’unico veicolo significativo per rappresentare la loro esistenza”.
Dal Sottosuolo alle Gallerie
Nel 1972, Phase 2 si unì alla United Graffiti Artists (UGA), un collettivo professionale di writer che iniziò ad attirare l’attenzione dei media. Fu presente alla prima mostra di graffiti in galleria, una presentazione della UGA alla Razor Gallery di SoHo nel settembre 1973.
La transizione dalle strade alle gallerie non fu priva di contraddizioni. Quando gli fu chiesto del suo rapporto con la scena artistica ufficiale, Phase 2 rispose: “Ero uno dei primi a trattare con le gallerie… Pensavo che le persone avessero bisogno di vedere questa roba; ero un ragazzino e pensavo ‘è figo’, ma non mi sono mai illuso tipo ‘oh, ora sono nel grande giro'”.
Il suo approccio all’arte rimase sempre autentico e radicato nella cultura di strada, rifiutando le etichette imposte dall’establishment artistico. Fu un fermo oppositore dell’uso del termine “graffiti” per definire la sua arte, considerandolo riduttivo e dispregiativo.
Un’Eredità Che Trascende i Confini
L’influenza di Phase 2 si estese ben oltre New York, raggiungendo anche l’Italia, dove la sua estetica e il suo approccio influenzarono profondamente la scena locale. Tra le collaborazioni documentate figura quella con Kaos One per l’album “The Missing Disc” (2002), un progetto che ha contribuito a portare l’essenza dell’autentico Hip Hop americano nel contesto italiano. Realizzò numerosi graffiti in Italia che furono fonte di grande ispirazione per coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo in vita.
Il suo impatto sulla cultura globale è così profondo che anche chi non conosce il suo nome è inconsciamente influenzato e in debito con lui. La sua arte continuò ad evolversi fino agli ultimi anni della sua vita, spaziando da opere su tela a sculture aerosol tridimensionali.
L’Uomo Dietro la Leggenda
Nonostante la sua fama, Phase 2 mantenne sempre un profilo relativamente basso, preferendo che fosse la sua arte a parlare. L’artista Coco 144 (Roberto Gualtieri), che incontrò Phase 2 nel 1973, lo descrisse come “una persona di un’altra dimensione che è arrivata e ha decostruito la lettera per poi ricostruirla nuovamente”.
Prima della sua scomparsa il 12 dicembre 2019, all’età di 64 anni, Phase 2 scrisse “Prafodivi“, una raccolta eclettica di scritti sulle sue esperienze e i suoi ultimi disegni su carta.
Un’Eredità Che Continua a Vivere
L’importanza di Phase 2 per la cultura underground non può essere sopravvalutata. Ha trasformato il writing da semplici firme a veri e propri capolavori artistici, ha contribuito all’evoluzione della danza urbana, ha documentato e promosso la nascente cultura Hip Hop, e ha ispirato generazioni di artisti in tutto il mondo.
La sua capacità di decostruire e reinventare costantemente il suo stile, di spingersi oltre i confini del possibile, e di rimanere fedele alle radici underground rappresenta l’essenza stessa della cultura che ha contribuito a creare.
Oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, l’eredità di Phase 2 continua a vivere attraverso ogni lettera bubble, ogni freccia, ogni evoluzione stilistica che vediamo sui muri delle nostre città. La sua visione e il suo spirito innovativo rimangono una fonte di ispirazione inesauribile per chiunque voglia esplorare e spingere avanti i confini dell’arte urbana.





